Scelte rapide:


Il Giornale di Sardegna

Scuola, la battaglia necessaria

strane cose succedono in Consiglio Regionale. Dopo solo poche ore dall’aver invocato l’unità politica di tutti i sardi ed in particolare delle forze di opposizione, chiedendo senso di responsabilità per la giusta vertenza sull’industria contro i tagli decisi dalle politiche berlusconiane nei confronti della Sardegna, si è consumata in aula una paradossale difesa d’ufficio degli amici che governano a Roma: no alla mozione che censurava le politiche della Ministro Gelmini sui tagli alla scuola pubblica in Sardegna, che potrebbe vedere la perdita di centinaia posti di lavoro: docenti, tecnici, bidelli.

L’industria dell’istruzione a rischio ma quando c'è da difendere i propri lavoratori, i docenti, i precari, le famiglie e gli studenti con disabilità, quando ci sarebbe da dire a Roma che la Sardegna non è la pianura padana e che noi non possiamo accorpare o chiudere le classi nei nostri paesi di montagna o nei quartieri più emarginati delle nostre città più popolose, quando la Sardegna con voce unitaria senza distinzioni di schieramento dovrebbe dire che vogliamo garantire diritti agli studenti sardi con disabilità, purtroppo parte l'ordine di scuderia della maggioranza (non tutta, per fortuna) di votare contro per difendere la Gelmini.

Non si vota contro il ministro di un governo amico, anche se migliaia di persone sono in bilico. Si taglia sulla conoscenza mentre il governo decide di acquistare 131 cacciabombardieri per un importo di 15 miliardi di euro.

Ma la battaglia sulla scuola non si deve fermare: le comunità locali, i sindaci, i Consiglieri comunali e provinciali iniziano a farsi sentire preparando atti amministrativi che facciano sentire direttamente la voce dei loro territori. In difesa di una Istituzione che in tempo di crisi non può essere che rafforzata, incentivata in presenza e qualità, per permettere ai nostri figli di essere pronti e preparati quando ci sarà la ripresa e non essere sorpassati in competenze e preparazione dai loro coetanei di tutto il mondo.

Perchè non dobbiamo dimenticare che la saggezza sociale dei nostri padri, dei nostri nonni, pastori, agricoltori, pur di farci avere un futuro migliore, hanno da sempre lottato per avere più Scuola, per l’istruzione delle nuove generazioni, per la loro emancipazione da povertà e sottosviluppo.

25 luglio 2009


scarica il documento